Perché questo blog?

Questo blog nasce da un’idea molto semplice: spiegare ai miei amici di bottiglie italiani la realtà che vivo da appassionato di champagne in terra di monopolio. In un sistema in cui l’offerta, piatta e omogenea, è direttamente controllata dal Ministero della Sanità e dove i negozi autorizzati alla vendita assomigliano più a farmacie che alle belle enoteche alle quali siamo abituati in Italia o in Francia, ne vengono fuori racconti scanzonati e ironici che hanno come sfondo le abitudini, i tic, le gabbie di orari e tutte le implicazioni legate alla meravigliosa terra in cui vivo e al suo rapporto anche drammatico con l’alcol.

La volontà è quella di offrire un punto di vista del tutto personale e biografico su quello che mi circonda, con i piedi ben piantati nella quotidianità e nei luoghi della mia bella Turku, per raccontarne i pregi e per sfatarne miti e stereotipi. Lo champagne è il pretesto per parlare di Finlandia e viceversa. Mai mondi e immaginari furono più distanti, in realtà, e se c’è una cosa che forse può provare a tenerli insieme, i cavoli a merenda, è l’idea che un altro consumatore di champagne sia possibile, lontano dai lustrini, dai filtri instagram, dalla “bella vita”, il lusso e l’ostentazione.
Si può bere champagne come i finlandesi vivono la vita, in fondo: senza specchiarsi troppo!

Le “mie” bottiglie sono accessibili a tutti, rientrano nella fascia 30-50€ (con qualche breve escursione verso l’alto) e le descrizioni che ne vengono fuori, ironicamente fedeli il più possibile al linguaggio degli addetti ai lavori, hanno spesso la stessa enfasi usata dall’innamorato che parla di una donna “normalissima” agli occhi degli altri. L’amore è amore! Si tratta comunque di ottimi champagne, di ottime maison con interessantissime storie, e, in un contesto in cui spesso tutto si riduce alla corsa a chi spende di più, sono la prova che si può bere bene senza svenarsi.

PS: da La modella annoiata, primo articolo del blog e a scanso di equivoci: “Chiariamo una cosa subito: non sono un sommelier […] Sono solo un consumatore che ama definirsi “critico”. Un appassionato di bolle (nemmeno esperto!) in terra di monopolio!”