“L’impresa eccezionale è essere normale”, cantava Lucio Dalla, e la Finlandia spesso sorprende e fa eccezione proprio per la sua normalità. In tempi in cui tutti si mostrano per quello che non sono e ci tengono ad apparire potenti, in tempi in cui i politici fanno ormai da influencer e, seppur fingendo di essere tra la gente, si guardano bene in realtà dallo scendere dal piedistallo e si circondano di picchiatori, la semplice e breve storia che sto per raccontarvi può risultare in qualche modo straordinaria, soprattutto se la si legge dall’Italia.
La vedete la signora nella foto, seduta al mio tavolo e intenta a leggere il giornale? Quella signora è Tarja Halonen, Presidente della Repubblica Finlandese dal 2000 al 2012, per ben due mandati consecutivi. Cosa ci faccio io al tavolo di quello che è stato il personaggio politico più importante del Paese durante dodici lunghi anni della sua storia? Niente di straordinario, studiamo semplicemente nella stessa scuola, la Paasikivi Opisto di Kakskerta, a Turku: la Presidente emerita è lì per un corso di arte, io ci studio la lingua finlandese.
L’eccezionalità della normalità sta nel fatto che gli studenti nemmeno sapessero della presenza dell’illustre collega. Ora, immaginatevi la cosa in Italia, fate uno sforzo di immaginazione e pensate a uno qualsiasi dei Presidente della Repubblica che decide di seguire un normale corso, in una normale scuola del Paese (lo so, già questo richiede molta fantasia): quanto tempo prima verrebbero informati e, soprattutto, catechizzati gli altri studenti su come comportarsi, su cosa fare o non fare? Quanto tempo prima verrebbero studiate e provate delle benché minime misure di sicurezza? In Finlandia, niente: i professori non ne parlano (e non perché vogliano mantenere il segreto, ma semplicemente perché è appunto normale) e agli studenti nemmeno viene detto. Me ne sono accorto per puro caso, ieri, mentre bighellonavo nella sala comune durante la pausa. L’ho vista lì e ho pensato: “ma guarda quella signora come assomiglia a…” Ovviamente, ancora troppo abituato alla situazione italiana, non ho nemmeno lontanamente ipotizzato potesse essere lei perché, guardandomi intorno, non c’ho visto macchine della polizia, sicurezza, fotografi, “tappeti rossi” e nessuna reverenza da parte del personale. È stata la mia insegnante, mentre le raccontavo della incredibile somiglianza tra quella signora e Tarja Halonen, a svelarmi che in realtà non si trattava di somiglianza e a raccontarmi la storia. E naturalmente lo ha fatto come se si trattasse della cosa più normale del mondo.
Stamattina, l’ho rincontrata di nuovo nella sala comune e abbiamo speso la piccola pausa caffè allo stesso tavolo, in una situazione che per quanto quotidiana poteva risultare surreale. Abbiamo anche avuto una breve ma simpatica conversazione: la Presidente parla un buonissimo italiano e mi ha raccontato di averlo studiato a Roma, alla scuola Dante Alighieri. Pochi minuti, niente di più, uno scambio di battute tra due studenti della stessa scuola.
Tutto normale… Tutto meravigliosamente normale!