È arrivato il caldo ed è tempo di fare i conti con la forma fisica… La mia. Non sono mai stato uno di quelli che passano i pomeriggi in palestra, uno di quelli “attenti”, non ho mai contato le calorie e ho sempre vissuto con una sorta di orgoglio il mio rapporto gaudente con cibo e vino. E si vede, infatti: la pancetta è sempre stata compagna fedele e vessillo inequivocabile della mia adesione convinta all’epicureismo, e l’ho sempre portata in giro da fiero Lebowskiano. Nel frattempo, però, è arrivata l’estate ed è davvero meno agevole nasconderla e far finta di niente in questo periodo dell’anno, soprattutto se si è circondati da fisici atletici e divoratori di barrette proteiche.
Lo champagne fa ingrassare? No. Un calice da 10 cl di brut può contenere intorno alle 70 calorie (una coca cola piccola da 25cl ne contiene 110, per capirsi) ed è davvero difficile incontrare amanti del bel vino francese che non siano obbligati alla moderazione da questione di budget: il costo dello champagne ti obbliga alla virtù!
Se appartengo alla categoria dell’uomo dall’addominale NON scolpito, dunque, non è colpa dello champagne, ma della somma di tanti fattori che si stringono intorno a quello principale e che ha caratterizzato gran parte della mia pigra quotidianità: la mancanza di attività fisica. E la cosa mi pone in evidente contrasto con le abitudini della maggior parte dei miei nuovi concittadini che, a leggere le statistiche, sembrano aver fatto del fitness una vera e propria ragione di vita.
Ma procediamo per gradi e partiamo dall’attualità.
L’8 e il 9 giugno, si terrà a Turku il Mehukatti Paavon Sporttipäivä, la grande festa di sport organizzata nello stadio intitolato all’epico Paavo Nurmi, orgoglio cittadino e della Finlandia tutta per le 9 medaglie d’oro conquistate alle Olimpiadi. Il Mehukatti Paavon Sporttipäivä, “il giorno dei bambini allo stadio”, è l’annuale appuntamento dedicato all’introduzione all’atletica e all’educazione fisica dei cittadini più giovani, i quali, contrassegnati da pettorina e valutati da giudici volontari, potranno confrontarsi con discipline nuove, cronometri e misure. È prevista grande partecipazione da parte delle famiglie, in quella che è considerata una festosa celebrazione dell’attività all’aria aperta.
L’appuntamento precede di qualche giorno gli importantissimi Paavo Nurmi Games, il meeting internazionale di atletica leggera a sigla IAAF – l’organizzazione che si occupa dell’atletica leggera a livello mondiale – e che anche quest’anno vedrà fronteggiarsi atleti di primissimo livello quali Justin Gatlin e Mike Rodgers nei 100 metri. L’evento è tra quelli cerchiati in rosso sul calendario, a dimostrazione dell’entusiasmo che gli abitanti di questa città nutrono per lo sport.
Ma i finlandesi non si limitano certo a guardare. Pochi giorni fa, infatti, sono stati pubblicati i risultati della ricerca dell’Università di Jyväskylä sull’attività fisica in Finlandia, che confermano questa grande passione: l’80% dei finlandesi di età compresa tra i 15 e 74 anni, svolge attività all’aperto e si allena regolarmente. Il dato, già di per sé clamoroso, assume connotati ancora più eclatanti se lo si paragona a quello italiano, pubblicato a marzo dall’Eurostat²: secondo l’Ufficio statistico dell’Unione europea, infatti, la percentuale di quelli che dichiarano di non svolgere alcuna attività fisica, si assesterebbe, nel Belpaese, al 43% della popolazione. Per completezza, va detto che dallo stesso studio emergono risultati ancora più entusiasmanti per la Finlandia: l’Eurostat ci dice che i “non sedentari” rappresentano ben l’87% della popolazione (dati resi pubblici il marzo scorso).
Numero più o numero meno, ciò che è certo e facilmente riscontrabile lungo le strade e le piste ciclabili di questo paese, è che la gente si dà fare e si allena. Gli ultimi dati della Federazione Europea Ciclisti piazzano la Finlandia al quarto posto per uso della bicicletta in Europa, dietro solo a Danimarca, Paesi Bassi e Svezia. L’equipe di Jyväskylä, a conferma di questo, tra le attività preferite dai nordici, ci mette il ciclismo accompagnato da jogging e ginnastica. Paradiso dei body builder con le palestre aperte 24 ore su 24 per 7 giorni a settimana, le città finlandesi contano anche svariati spazi pubblici all’aperto in cui è possibile allenarsi gratuitamente, usufruendo di attrezzi ginnici all’avanguardia. I parchi cittadini offrono accesso a campi di calcio, basket e a strutture indoor utilizzabili durante il rigido inverno, e i sentieri delle foreste sono regolarmente battuti dagli appassionati di passeggiata nordica (quella effettuata coi bastoncini da sci, per intenderci), praticata anche d’estate.
Il mantenersi in forma sembra davvero far parte della routine dei finlandesi di tutte le età.
Inutile dire che risultati del genere non sono frutto del caso, ma derivano da un percorso intrapreso molto tempo fa e che si concretizza in politiche attente e mirate. Il pragmatismo è nel carattere di questo popolo, e cercare risposte concrete ai problemi è nel modus operandi a queste latitudini. La situazione non è sempre stata così rosea, infatti, e in passato ci sono stati seri problemi con la forma fisica e la salute dei cittadini: basta pensare che fino a 50 anni fa, il paese deteneva il record mondiale di malattie cardiovascolari. Da lì si è partiti, proprio negli anni ’70, lungo il cammino che ha portato la Finlandia al radicale cambio di direzione che l’ha vista passare da paese “fat” a paese “fit”, immagine usata da un lontano articolo del 2005 del giornale inglese The Guardian, che ha il merito di raccontarci come la Finlandia sia riuscita in questa impresa.
- Il personaggio chiave della vicenda è Pekka Puska, docente universitario e uomo politico finlandese che dal 2003 al 2013 ha diretto l’Istituto della Sanità Pubblica (diventato nel frattempo Dipartimento della Salute e il Benessere). Puska, conosciuto in patria con l’appellativo di ”koko kansan terveysvalistajana”, luminare della salute pubblica, è uno dei visionari artefici del Progetto della Carelia Settentrionale: un enorme intervento di politica sanitaria che aveva come obiettivo dichiarato proprio “il miglioramento della salute dei finlandesi”. Durato più di 20 anni, dal ‘72 al ‘95, il progetto fu lanciato in quella regione perché era lì che si concentrava il maggior numero di infarti e ictus, e Il primo suo vero merito fu quello di riuscire a determinare scientificamente i fattori di rischio per questo genere di disturbi: i nemici da combattere erano sostanzialmente il fumo e la dieta troppo ricca di grassi. Mentre a livello nazionale venivano proibite le pubblicità di sigarette e si incentivava la produzione di latte magro e la coltivazione di semi di colza per la produzione di olio vegetale, a livello locale tutta la comunità veniva coinvolta in quella che fu un’avventura dai toni anche romanzeschi, se vogliamo, e un po’ naif: erano previste, ad esempio, delle vere e proprie competizioni tra i vari villaggi al grido di “abbandona e vinci”, dove venivano riconosciute delle ricompense ai fumatori che riuscivano a smettere; intere cittadine erano contrapposte l’una all’altra nelle gare di “misurazione del colesterolo”, con la previsione di premi collettivi per quelle che raggiungevano i progressi più significativi.
Al centro della filosofia del progetto, dunque, c’erano incentivi positivi, più che divieti. “Non abbiamo detto alla gente come tagliare il colesterolo, lo sapevano. Non era educazione di cui avevano bisogno, ma di motivazione”, racconta Puska. Invece di una campagna di massa che dicesse alla gente cosa non fare, si è preferito coinvolgere la popolazione in questa specie di enorme gioco a premi in cui a vincere erano quelli che ci provavano per davvero. E ai finlandesi doveva davvero piacere giocarci perché la partecipazione fu sorprendente. L’enorme esperimento sociale divenne presto fenomeno di costume quando, negli anni ’80, anche la televisione cominciò a seguire da vicino “le gesta eroiche” dei careliani, programmando veri e propri reality show in cui si mostravano i protagonisti alle prese con bilance, analisi del sangue e referti medici.
Un grosso progetto di massa, quindi, che appassionò il paese e che produsse risultati davvero eccellenti e sicuramente al di sopra delle aspettative: i decessi dovuti ai disturbi cardiovascolari e ai casi di cancro ai polmoni diminuirono ben del 65%.
Quella del Progetto della Carelia Settentrionale fu un’esperienza che potremmo definire “romantica”, forse, sicuramente figlia del suo tempo e irripetibile altrove o semplicemente ai giorni nostri caratterizzati da maggiore individualismo, ma ha segnato l’inizio della “rivoluzione salutista” di cui si colgono tuttora i frutti qui in Finlandia. Da allora in avanti, si è dato sempre maggiore risalto all’importanza dello sport e ai benefici che esso produce sulla salute e sui comportamenti degli individui: a partire dagli anni ’90, infatti, grazie anche alla esperienza della vicina Islanda, si è compresa l’efficacia dell’attività fisica nella lotta agli abusi di droga e alcol. Il modello Islandese, caratterizzato proprio dalla pratica sportiva fin da giovanissimi quale strumento di prevenzione e lotta alle dipendenze, vera piaga per l’isola nordica in quegli anni, è stato studiato anche dai vicini e adattato alla società finnica con esiti straordinari: è del 2016, infatti, il report dell’Istituto Nazionale per la Salute e il Welfare che vede i giovani finlandesi, a dispetto di ogni stereotipo, tra quelli che bevono e fumano meno in Europa. La vittoria più bella per questo paese.
W lo sport!
Prima di lasciarvi alle note, è il momento del consueto appuntamento con la musica. Beh, a sto giro vi andata proprio male perché l’unico video che mi viene in mente su champagne e sport, è quello di Birdman e Lil Wayne, Pop Bottles, in cui le bottiglie, più che essere degustate, vengono usate a mo’ di doccia in una oscena ostentazione di sfarzo e cafonaggine. Prendetela come una curiosità!
Qualche nota: